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AVVERTENZA: I dati sottoesposti sono conservati per mera finalità storica e non corrispondono necessariamente alla situazione attuale dei singoli enti, in quanto la competenza sugli istituti culturali è stata trasferita alla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori

Tabella: Scheda di dettaglio diFondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Descrizione Dettaglio
Presidente Cristina Mondadori
Telefono 02 39273061
Fax 02 39273069
eMail info@fondazionemondadori.it
Indirizzo via Riccione 8, 20156
Comune MILANO
Città MILANO
Provincia Milano
Regione Lombardia
Descrizione   A partire dal primo convegno promosso nel 1981 a Milano, “Editoria e cultura a Milano tra le due guerre”, il principale filone di ricerca della Fondazione è consistito nel mettere a fuoco l’attività di mediazione editoriale. Per meglio dire, la Fondazione ha cercato spunti e occasioni per ripercorrere la storia della cultura assumendo un punto di vista particolare: quello dell’editoria quale componente fondamentale del carattere di un’epoca, soprattutto moderna.Se nella fase iniziale l’interesse si è concentrato sulle figure di Arnoldo e Alberto Mondadori e dunque sulle imprese editoriali che al loro nome sono legate,ben presto, sulla spinta del crescente interesse per la storia dell’editoria, l’ambito di intervento della Fondazione si è esteso all’intera cultura editoriale in Italia, a partire dal momento in cui le figure di autore, editore, tipografo e libraio hanno assunto contorni ben caratterizzati,che ne definiscono con sempre maggior precisione lo specifico ruolo.Se obiettivo primario rimane la valorizzazione delle fonti conservate, a poco a poco lo sguardo si è esteso fino a comprendere il processo completo di lavorazione del libro, le tecniche della sua realizzazione materiale, le figure professionali coinvolte, ma anche la storia delle imprese, la creazione di nuovi profili di lettori, il rapporto con le scuole di pensiero e con le istituzioni, il rapporto tra autore e editore.Tre premesse hanno caratterizzato il lavoro di questi anni: in primo luogo, la scelta di non nominare un comitato scientifico, ma di individuare un responsabile scientifico per ogni progetto. In secondo luogo, la rinuncia a sponsorizzare attività anche importanti ma che non vedono la Fondazione tra gli attori/promotori del progetto.Si è preferito infatti – e questa è la terza opzione – avviare collaborazioni su obiettivi comuni di medio o lungo periodo, ma anche su progetti specifici, con università, istituzioni pubbliche e private che condividono con la Fondazione l’interesse per gli studi in ambito editoriale o che affidano l’approfondimento degli aspetti di più specifica competenza editoriale alla stessa Fondazione nell’ambito di progetti più articolati.Nel corso degli anni sono stati promossi convegni nazionali e internazionali su particolari periodi (“Stampa e piccola editoria tra le due guerre”), su aspetti e scelte metodologiche (“La mediazione editoriale”), su figure professionali (“Tra autore e editore. L’agente letterario da Erich Linder ai nuovi sviluppi del mercato editorialeinternazionale”), su temi e questioni aperte (“Quale cultura per l’impresa editoriale”), su singoli autori (Gianna Manzini, Hermann Hesse, Aldo Palazzeschi, Giovanni Guareschi, Alba de Céspedes, Paola Masino).Il lavoro di valorizzazione delle fonti ha trovato in alcuni casi espressione ideale nella forma espositiva: per esempio, il filone di ricerca dedicato agli illustratori che, grazie anche alla collaborazione con diversi enti e istituzioni, ha permesso di realizzare le prime mostre monografiche dedicate a Giorgio Tabet e a Bruno Angoletta.Infine, uno spazio particolare è stato dedicato alla produzione dei repertori e degli strumenti per la ricerca. In molte occasioni, infatti, gli studiosi avevano attribuito il ritardo degli studi di storia dell’editoria in Italia alla mancanza di strumenti adeguati.La Fondazione ha contribuito a colmare tale lacuna, collaborando alla realizzazione del ponderoso Repertorio degli editori dell’Ottocento, realizzato in collaborazione con le università di Firenze, Venezia, Roma, Napoli e Milano e promuovendo la pubblicazione, dapprima in cartaceo e oggi on line, de L’editoria libraria, bibliografia che raccoglie oltre 7.200 indicazioni di studi e ricerche pubblicate in Italia su questo tema a partire dal 1980.La coerenza e la continuità di tutte queste iniziative, le collaborazioni di lungo periodo che hanno consentito di raggiungere obiettivi condivisi grazie anche a convenzioni che definiscono con chiarezza ruoli e risorse in campo, l’apertura ad approcci disciplinari diversi e innovativi, la volontà di conciliare il metodo accademico con il sapere professionale, hanno fatto sì che anche in questo ambito la Fondazione si sia ritagliata uno spazio precisamente definito nel ricco e complesso panorama dell’offerta culturale italiana.
Storia   La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori è un’istituzione no profit, riconosciuta dal Presidente della Repubblica nel mese di aprile del 1979. Nata con il fine di conservare, valorizzare e mettere a disposizione del pubblico i fondi di Arnoldo e Alberto Mondadori, dalla metà degli anni ’90 è diventata un centro studi e ricerche sulla cultura editoriale in Italia. L’amore per il padre e la consapevolezza del ruolo svolto dalla Mondadori nella storia della cultura italiana del Novecento avevano reso Mimma (Laura) Mondadori particolarmente attenta alla memoria del passato, si trattasse di conservare la Biblioteca degli intangibili di Arnoldo,ovvero la serie completa delle pubblicazioni della Mondadori fin dalle origini (1912) o di sottrarre alla dispersione il carteggio del padre con gli autori della casa editrice.Dopo la morte dell’editore, avvenuta nel 1971, erano state avanzate diverse ipotesi per una Fondazione che portasse il suo nome. Un’ulteriore ipotesi per una Fondazione Arnoldo Mondadori era stata concepita per rispondere alla volontà di Andreina Monicelli, moglie di Arnoldo, di donare al Comune di Mantova (Arnoldo era nato a Ostiglia, in provincia di Mantova) una collezione di quadri di Armando Spadini e Federico Zandomeneghi.Nell’inverno 1976 Alberto Mondadori, poco prima di morire, aveva discusso con Dante Isella del progetto di una “Collana di testi e strumenti di filologia italiana”, da pubblicare per i tipi del Saggiatore. Si trattava di una proposta molto circostanziata, importante, rigorosa, che si sarebbe avvalsa della collaborazione di Cesare Bozzetti, Domenico De Robertis, Franco Gavazzeni, Pier Vincenzo Mengaldo ed Ezio Raimondi, futuri direttori di tale collana.Alla morte di Alberto il progetto confluì nella nascente Fondazione intitolata ai due editori, che si propose tra i primi obiettivi anche quello di portare a compimento la collana di edizioni critiche, ultimo progetto approvato e condiviso da Alberto.Sono, queste, le premesse necessarie per comprendere quello che è avvenuto poco dopo la morte di Alberto, quando Mimma Mondadori e Maria Laura Boselli progettarono di dare vita a una Fondazione dedicata, insieme, ad Arnoldo e Alberto. La proposta era coraggiosa e allettante, ma rimetteva sul tavolo il difficile e complesso rapporto tra padre e figlio che aveva segnato la vita di quei due grandi editori. Nondimeno, a Mimma Mondadori e a Maria Laura Boselli parve in quel modo di poter riconciliare, almeno dopo la morte, quelle due personalità certamente molto diverse, ma che avevano in ogni occasione sottolineato la reciproca stima e che in modi diversi, e per certi versi complementari, avevano contribuito significativamente alla crescita della cultura italiana. Trascorsero mesi di lunghe trattative, e soltanto nel luglio dell’anno successivo, volutamente il giorno 14, si giunse alla costituzione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.Soci fondatori furono Andreina Monicelli, che designò Leonardo Mondadori a sostituirla, e poi i figli, Mimma, Giorgio, Cristina, e, in rappresentanza di Alberto, i figli di quest’ultimo, Marco, Fabrizio e Nicoletta.Nel 1979 il Consiglio di amministrazione nominava consiglieri Maria Laura Boselli, Franco Cingano, Mario Formenton e Giovanni Spadolini; segretario, Emilio Cimadori. Lo statuto indicava tra gli scopi “la promozione degli studi filologici letterari e saggistici da attuarsi fra l’altro attraverso l’erogazione di borse di studio, l’organizzazione di seminari e ricerche, la pubblicazione di edizioni critiche di opere letterarie e di ogni altra iniziativa similare”.Parallelamente, la Fondazione per “onorare la memoria di Arnoldo e di Alberto Mondadori” avviava un secondo filone di attività.Da un lato, infatti, era già iniziato il lungo e complesso lavoro di catalogazione e inventariazione delle fonti documentarie, passaggio indispensabile verso ogni attività di valorizzazione e di ricerca. Questo aveva significato in primo luogo la ricostruzione del catalogo storico della Mondadori, a partire dalla Biblioteca degli intangibili e grazie al fortunato ritrovamento dei “quaderni neri”, a Verona, dove erano indicati titoli e tirature della produzione mondadoriana.Dall’altro, in un sottotetto di Milano San Felice, sotto l’occhio vigile della segretaria di Mimma Mondadori, Didi Pasquali, la Cooperativa archivistica e bibliotecaria per il riordino delle fonti documentarie per la storia della società lombarda aveva ricevuto il compito di ordinare, ricondizionare e inventariare, dapprima i carteggi di Arnoldo con i propri autori, poi quelli di Alberto, donati alla Fondazione dal Saggiatore per volontà di Maria Laura Boselli. I fondi, che la Soprintendenza archivistica per la Lombardia dichiarò immediatamente di notevole interesse storico, sarebbero stati in seguito aperti alla consultazione degli studiosi.Nel contempo, la Fondazione inaugurava una stagione di grandi convegni – dedicati in certo modo alla memoria di Arnoldo e Alberto – con i quali si proponeva di indagare sulle recenti vicende della storia editoriale in Italia, raccogliendo testimonianze e interventi di personaggi di primo piano. Nel 1981, il convegno inaugurale “Editoria e cultura a Milano tra le due guerre” affrontava forse per la prima volta i complessi rapporti tra intellettuali, imprenditori e regime, dando voce a protagonisti e insigni studiosi.La Fondazione si trovò dunque impegnata in un’attività rivolta a tutto campo, da un lato, verso la tutela della memoria del lavoro editoriale, dall’altro verso lo studio e l’analisi delle sue trasformazioni: due precise linee di intervento che avrebbero orientato l’attività degli anni a venire, consentendo all’istituzione di ritagliarsi una precisa identità nel panorama culturale italiano come centro studi per la storia e la cultura editoriale, impegnata nella conservazione, nella ricerca e nella formazione.Dopo la scomparsa di Mimma, avvenuta nel 1991, l’attività della Fondazione non perse il suo slancio: anzi, sotto la guida di Cristina Mondadori, presidente, e di Luca Formenton, vicepresidente, e con la costante presenza di Leonardo Mondadori, affrontò con nuovo impulso e rinnovato impegno i problemi originati dalle sempre più profonde trasformazioni del settore editoriale, caratterizzato ora da una frenetica dinamica di fusioni e acquisizioni che avrebbero ridisegnato la mappa dell’editoria, non senza ripercussioni sulla conservazione della memoria del lavoro editoriale, esposta più che in passato al rischio della dispersione.Proprio durante l’ultimo scorcio degli anni Novanta iniziava a maturare la convinzione che, alla tradizionale e consolidata azione di recupero e valorizzazione degli archivi e delle biblioteche editoriali (nel caso sia del patrimonio storico della Mondadori e del Gruppo Saggiatore, sia di altri fondi riguardo ai quali era stato richiesto l’intervento della Fondazione), dovesse affiancarsi la formazione, mettendo così a frutto i legami che nel frattempo erano stati stabiliti con i più autorevoli enti locali e nazionali.Nel 2002 si è pervenuti alla stipula di una convenzione con l’Università degli Studi di Milano, che ha permesso tra l’altro la progettazione e l’avvio del master in redattore di editoria libraria. L’ultimo anno ha visto sia il perfezionamento di convenzioni con la Mondadori e con il Saggiatore sia l’ingresso della Regione Lombardia nel Consiglio di amministrazione quale socio benemerito.
Patrimonio documentale e altro   Nella primavera 1980, l’ Arnoldo Mondadori Editore delibera che sia donata alla Fondazione la cosiddetta Biblioteca degli intangibili, ovvero la collezione di tutte le opere pubblicate dalla casa editrice in prima edizione, conservate personalmente da Arnoldo Mondadori, con l’esclusione dei “Gialli” (considerati dall’editore pubblicazioni periodiche) e della produzione scolastica. Si tratta di volumi pubblicati a partire dal 1907 (circa 30.000 pezzi), a incremento dei quali si stabiliva con atto del luglio 1980 la consegna alla Fondazione di due copie di ogni pubblicazione edita dalla Mondadori, senza limiti di tempo. Veniva insomma a istituirsi tra la Fondazione e la casa editrice una sorta di diritto di stampa, che a partire da quell’anno ha permesso di incrementare costantemente la biblioteca storica. La collezione degli Intangibili, seppure di grande rilievo, non esauriva la totalità del catalogo, e per questo motivo si è contestualmente deciso di integrare la biblioteca storica con tutte le opere reperibili nelle sedi aziendali: operazione che, quando fruttuosa, ha consentito di colmare diverse lacune.Nell’autunno 1980, un’operazione speculare viene condotta con il Saggiatore, del quale si acquisisce l’intera biblioteca storica dal 1958 (800 volumi circa), regolando i successivi incrementi con le stesse modalità statuite con la Mondadori. Nella stipulazione degli accordi con le due case editrici risulta decisivo il ruolo svolto da Mimma Mondadori e Maria Laura Boselli, che si trovavano a condividere il comune obiettivo di testimoniare anche attraverso l’“archivio del prodotto” il ruolo di primissimo piano svolto nella mediazione editoriale dai due editori ai quali la Fondazione è intitolata.Allo stato attuale delle conoscenze, si può affermare che il fondo mondadoriano rappresenti la collezione più completa al mondo di prime edizioni della casa editrice, e il continuo accrescimento è garanzia di copertura integrale di quanto sarà pubblicato in futuro. Risulta dunque evidente come le finalità delle biblioteche storiche di Mondadori e del Saggiatore siano in primo luogo votate alla conservazione della memoria del catalogo e, in seconda battuta, alla consultazione, mentre la valorizzazione si nutre della sempre più estesa articolazione del patrimonio, che offre una panoramica unica sulla complessa struttura di titoli e collane in continuo dialogo con l’archivio e con le collezioni librarie esterne.Nel corso degli anni i depositi della Fondazione hanno accolto anche altri fondi bibliografici di diversa provenienza: oltre alla biblioteca personale di Arnoldo Mondadori e di altri membri della famiglia (Mimma, Leonardo, Giorgio), sono pervenuti alla Fondazione in dono o in deposito collezioni appartenute a dirigenti e funzionari editoriali (De Maria, Forti, Luraghi, Tropea), biblioteche storiche del Gruppo il Saggiatore (EST, Marco Tropea, NET, Pratiche), oltre ad altri fondi depositati da enti o privati (tra cui la raccolta delle opere di Giovanni Testori e la biblioteca di consultazione dell’Agenzia letteraria internazionale) o acquisiti dalla Fondazione per impedirne la dispersione (è il caso del minuscolo fondo Francesco Flora, acquistato insieme al più consistente archivio).È stata inoltre costituita, con l’ausilio di donazioni e scambi con il Centro di documentazione della Mondadori e nel rispetto dei compiti assegnati alle due istituzioni (conservazione, nel caso della Fondazione; consultazione, per il Centro di documentazione) una piccola emeroteca che, in particolare per alcuni periodici o collane (“Bolero”, i “Gialli”, gli “Albi di Disney”, “Urania”), possiede collezioni non sempre complete ma di una certa rarità. Anche l’attività di consulenza per la costituzione di biblioteche storiche all’interno e all’esterno del Gruppo Mondadori ha condotto alla stipulazione di accordi per il trasferimento delle sezioni storiche di alcune biblioteche presso i depositi della Fondazione: è il caso della biblioteca storica Electa mentre sono già avviati altri progetti consimili (Sperling & Kupfer e Frassinelli).Fondi Arnoldo Mondadori EditoreBiblioteca storica Arnoldo Mondadori EditoreConsistenza: 38.000 volumiAmbito cronologico: 1911-2004Fondi aggregati alla biblioteca storicadella Arnoldo Mondadori EditoreFondo di volumi Mondadori pubblicati in lingua stranieraConsistenza: 2.000 volumiAmbito cronologico: XX secoloFondo Luciano De MariaConsistenza: 84 volumiAmbito cronologico: xx secoloFondo Francesco FloraConsistenza: 38 volumiAmbito cronologico: XX secoloFondo Marco FortiConsistenza: 444 volumiAmbito cronologico: XX secoloFondi della famiglia MondadoriFondo Arnoldo MondadoriConsistenza: 1.000 volumiAmbito cronologico: XIX-XX secoloFondo Mimma MondadoriConsistenza: 1.100 volumiAmbito cronologico: 1891-1996Fondo Leonardo MondadoriConsistenza: 940 volumiAmbito cronologico: 1980-2001Fondo Giorgio MondadoriConsistenza: 300 volumiAmbito cronologico: XX secoloFondi del Gruppo il SaggiatoreLa biblioteca storica del Gruppo il Saggiatore raccoglie principalmente tutte le opere in prima edizione pubblicate dalla casa editrice fondata da Alberto Mondadori nel 1958. Il materiale librario (2.100 volumi dal 1958), catalogato per collane in successione cronologica, è costantemente incrementato da tutte le nuove pubblicazioni.A questo nucleo originario si sono affiancati nel tempo i cataloghi di altre sigle e marchi editoriali entrati a far parte del Gruppo: Pratiche editrice (220 volumi dal 1994), fondata a Parma nel 1976 e successivamente acquistata da Einaudi; Marco Tropea, fondata nel 1996 (220 volumi); EST (190 volumi dal 1996 al 2001), poi proseguita con la NET (130 volumi dal 2002), che, oltre a ripubblicare i titoli del Gruppo il Saggiatore, effettua una ricerca sistematica nei cataloghi di altri editori e presenta direttamente in economica titoli nuovi per la libreria.Altri fondiCon successivi depositi e acquisizioni, il patrimonio librario della Fondazione ha conosciuto un incremento nel numero e nella varietà delle collezioni, sia di provenienza aziendale sia di natura personale.In particolare, è stato acquisito il catalogo di varia dell’editore Bruno Mondadori (230 volumi dal 1994) e sono stati inoltre depositati i volumi della biblioteca personale di Marco Tropea, specializzata nella narrativa e nella saggistica di studio del genere giallo e thriller (250 volumi novecenteschi), ricca di autori italiani, inglesi, spagnoli, francesi e americani; il fondo Giovanni Testori (274 opere), di propietà della Regione Lombardia, che raccoglie la produzione testoriana nell’ambito del teatro, della narrativa, dei cataloghi di mostre e dei saggi di critica d’arte; il fondo Giuseppe Bottai (17 volumi dal 1911 al 1952), depositato nel 2004 dagli eredi a integrazione dell’archivio. Parimenti complementare all’archivio risulta il fondo (2.500 volumi novecenteschi) dell’Agenzia letteraria internazionale, creata nel 1898 da Augusto Foà per rappresentare gli autori stranieri in Italia, quindi seguita dal figlio Luciano e soprattutto da Erich Linder, che la diresse nel periodo di massimo sviluppo dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta. La biblioteca comprende traduzioni di autori italiani rappresentati all’estero in esclusiva dall’Agenzia letteraria internazionale, ed è pertanto un osservatorio di grande interesse per valutare la diffusione della cultura italiana all’estero.Biblioteca specializzata e fondi di supportoBiblioteca specializzataConsistenza: 1.240 volumiAmbito cronologico: XX-XXI secoloFondo LuraghiConsistenza: 39 volumiAmbito cronologico: 1941-2000Fondo FormigginiConsistenza: 66 volumiAmbito cronologico: XX secolo
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